martedì 22 dicembre 2009

UN DONO
di Mahatma Gandhi

Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore,
e fallo conoscere al mondo.

Un caro augurio di Buon Natale e sereno 2010

mercoledì 4 novembre 2009

pensieri a voce alta

Nella mia esperienza lavorativa e di vita ho incontrato molte persone di quelle che comunemente definiamo "i matti", quelli che sono stati o ancora sono in cura nei centri che si occupano del disagio psichico, quelli che prima abitavano i manicomi ed ora in comunità residenziali, coloro che a volte incontriamo sugli autobus e parlano da soli, o più semplicemente persone che la vita ha ferito in modo profondo e non hanno avuto la capacità o la forza di "tirarsi in piedi", o che il dolore ha sopraffatto aggiungendosi ad altro dolore..
Stamane leggevo a proposti di Alda Merini che della sua esperienza ne parlava solo con chi sentiva vicino e doveva essere lei la prima ad affrontare il discorso. Ci vuole un grande rispetto per la sofferenza altrui, io vedo intorno tanto poco rispetto, quest'invadenza che sta agli antipodi..davanti al dolore occorre solo silenzio e rispetto..

E' molto difficile "dire" perchè si rischia di parlarsi addosso e il muto silenzio copre tanta pena. Penso ad una donna che passa tutti i giorni sotto le finestre di casa mia e che è impazzita per il dolore della perdita del suo bambino e qunte volte ha cercato di raggiungerlo, ma non ce l'ha mai fatta..ed il suo dolore diventa anche il mio dolore, lei passa e ripassa e mi ricorda che nella vita ci sono cose che non si possono controllare, che sfuggono dalla nostra volontà..ed assolve il suo dovere, semplicemente camminando su questo marciapiede.


domenica 27 settembre 2009

Speranza

Vorrei parlare oggi della speranza...Bellissima parola, un po' in disuso mi pare, sostituita da rassegnazione o monotonia, noia.

La speranza è quella che ti fa ricordare che dietro le nubi brilla sempre il sole, che laggiù il fiume arriva al mare e che dopo i rigori dell'inverno le gemme torneranno sugli alberi.
La speranza è quando scopri di essere malato e dentro di te senti forte che devi combattere per andare avanti, per non perdere la meraviglia di un solo giorno.
La speranza è quando ti dicono che non avrai mai un figlio ma scopri dentro di te che il sorriso di ogni bimbo è vita .
La speranza è quando vedi tuo figlio andarsene di casa ma perchè deve diventare un uomo.
La speranza è quando il sole sembra che bruci forte, ma sai che poi la terra gira e ritorna l'ombra.
La speranza sei tu, che ogni mattina al risveglio senti la vita scorrere.

giovedì 24 settembre 2009

Luce

azzurro irrompe nella notte
uno squarcio di luce

è la vita che ritorna

impalpabile polvere
di cristallo

è divenuta ora stella
in un cielo che albeggia

giovedì 17 settembre 2009

morti in guerra

"noi siamo addestrati per fare i soldati, siamo dei professionisti e mettiamo in cantiere che potremo morire"...il resto mi sembrano tutte parole vuote, luoghi comuni da sgombrare.
Oltre il dispiacere umano per la perdita di ogni vita, e che è giusto oltre che legittimo, credo sia fondamentale ricordare che chi parte lo fa per libera scelta e non per imposizione. In ogni occasione emerge il gusto italiano per il melodramma, ma occorre fermarsi a riflettere secondo la mia modesta opinione a su come si possa pensare di portare la pace con l'ausilio delle armi.
Questa è, ritengo, la più grossa "panzana" che tentino di rifilarci.

mercoledì 16 settembre 2009

Presa Diretta - "Terremoto" - Rai 3 - 13/08/09 - Costruire in Calabria - Parte 1

Questa è l'Italia...non serve nemmeno commentare

Antonello Venditti - Settembre

la pioggia cade e trascina via tutte le speranze e i sogni, lava il dolore...

giovedì 3 settembre 2009

sabato 22 agosto 2009

Harvest (Neil Young)


voglia di "andare".....

concretezza

una tazzina di caffè

un libro letto aperto sul comodino

i panni da ritirare

una lettera da scrivere

i girasoli nel prato di fronte a casa

il pianto di un bambino

camminare nel prato

prendere l'autobus

il kebab con le cipolle

il telefono che squilla

la spazzatura da buttare

sabato 15 agosto 2009

15 agosto

Lo stato di "single" scelto o subito che sia è una situazione profondamente contraria alla natura dell'uomo. L'essere umano, infatti, è fatto per vivere in relazione con gli altri, in contesti familiari e affettivi che gli garantiscano una crescita serena ed una stabilità affettiva che gli consenta di potersi serenamente dedicare ai propri interessi.
Una madre o un padre che debbono crescere da soli i propri figli, un anziano che affronta in solitudine la vecchiaia, un malato che deve badarsi da solo..ma perchè mai nessuno dedica spazio e attenzione a questo? Perchè ci lasciamo stordire e distrarre da tante stupidate, perchè non insegniamo ai giovani a stare attenti a queste situazioni, perchè non ci dedichiamo del tempo l'un l'altro?
Lo so, so bene che ci sono alcuni che lo fanno e ne conosco anche personalmente..ma io mi chiedo perchè sempre più l'attenzione globale viene distratta da altro? A chi porta giovamento il dolore dell'uomo?
Perchè siamo tutti così stupidi da non capire che con il nostro inseguire i modelli propostici stiamo facendo il gicoo di chi ha il potere tra le mani?
Anche nel passato c'erano le persone solo e malate, ma se ne facevano carico tutti, c'era una collettività, una comunità che era presente. Perchè ci siamo lasciati togliere questo mondo? Mi chiedo il perchè? Lo abbiamo lasciato appannaggio di alcuni piccoli gruppi quasi sempre religiosi, dei quali non biasimo certo l'operato, ma era di tutti questo diritto'
Perchè ci avete costruito case che ci isolano al posto dei case che ci permettono di stare in comunicazione?
Occorre fare delle scelte precise, cominciare ad agire, cambiare modo di vivere, andarsene da queste città che ci hanno rovinato con la scusa di trovare lavoro.
Se vogliamo avere una speranza per il futuro occorre cominciare ad agire, altrimenti assisteremo solamente all'annullamento della civiltà perchè là dove non c'è più solidarietà e fraternità tra gli uomini non esiste alcuna civiltà.
Non dimentichiamo che la libertà cammina a braccetto con l'uguaglianza e la fraternità. E non sono parole mie.

sabato 8 agosto 2009

Vorrei- guccini

ipocrisie

sono stanca di sentire prediche su ciò che bisogna fare e non fare, sul bene della società e sul lecito e l'illecito da coloro che per primi vivono tentando di arraffare a destra e manca
sono stanca di sentir parlare di senso civico da chi per primo getta le carte a terra
sono stanca di sentire discorsi sulla moralità da chi non rispetta il prossimo
e lo calpesta per fare il proprio interesse

sono stanca di fiumi e fiumi di parole
di chi si lamenta del lassismo
delle pratiche burocratiche
del sistema
e intanto alimenta questo stesso sistema
nutrendosi dei suoi sottoprodotti

volete farmi credere che ci sia solo ipocrisia
orrore e falsità
ma io credo che esista un modo diverso di vivere

nel quale non si teme la povertà
e si possa assaporare il gusto del proprio pane
guadagnato con fatica, ma buono proprio per quello

voglio camminare a testa alta e non temere lo sguardo di nessuno
essere sgridata solo per avere detto troppa verità
ma non inutili bugie

non voglio avere paura di perdere la dimensione più vera delle cose
la bellezza di ogni alba che mi porta un nuovo giorno

domenica 2 agosto 2009

significati

Il senso che diamo alle parole cambia radicalmente il nostro modo di vedere la vita.
per alcuni amare è legato indissolubilmente alla relazione di coppia, all'amore fisico, mentre per altri ha un'accezione universale, è amore per la vita e per ogni persona e situazione che vivamo.
Per qualcuno Amore è passione, per altri Amore è accettazione completa dell'altro per come è.
Lo stesso vale per il termine "intellettuale" che per alcuni designa una professione, un modo di porsi in maniera critica verso il mondo ma in senso politico e sociale, per latri si intende invece colui che utilizza l'intelletto per comunicare il suo pensiero esistenziale..
Anche dolore per qualcuno è legato ad una sensazione fisica, al male del corpo, mentre per altri è peggiore il male dell'animo.
E dov'è il giusto? Qual'è la verità? Ritengo non ci sia, perchè ognuno parla in base alle proprie conoscenze ed alla propria esperienza..occorre solo capirsi, spiegarsi bene per evitare fraintendimenti.

venerdì 17 luglio 2009

freedom

Freedom ... the word that goes from mouth to mouth, which fills the pages, images, dreams and desires ..
Freedom to say, do, love, hate, go ahead ..
Never perhaps in this society as pronounced as that term many times, each giving its own interpretation.
But what is this freedom? Who is man truly free?
I thought a lot about me and my life experience that I made, the errors of a life and I also looked around, because the lives of others helps me understand better.
Perhaps it is the truly free human being who acts according to conscience, which does not fear the opinions of others, which measures the steps but not afraid to glide ..
Freedom house where there is simplicity of heart, a clear vision that is astonishing for the beauty of life, a pure heart capable of loving and living.
Why so much, feel too much talk about freedom from those who will first bind the chains around your neck and bring the other strains, which tighten the rope around themselves for fear of living
Libertà...parola che passa di bocca in bocca, che riempie le pagine, le immagini, i sogni e i desideri..
Libertà di dire, fare, amare, odiare, andare, venire..
Mai forse come in questa società si pronuncia così tante volte questo vocabolo, ognuno dandone una sua interpretazione.
Ma cos'è questa libertà? Chi è l'uomo davvero libero?
Ho riflettuto molto su di me e sulla mia vita, sulle esperienze che ho fatto, gli errori di una vita e mi sono anche guardata intorno, perchè la vita altrui mi aiuta a comprendere meglio.
Forse libero davvero è l'essere umano che agisce secondo coscienza, che non teme il giudizio degli altri, che misura i passi ma non teme di librarsi in volo..
La libertà alberga laddove vi è semplicità di cuore, uno sguardo limpido che si stupisce per la bellezza della vita, un cuore puro capace di amare e vivere.
Perchè tanto, troppo sentiamo parlare di libertà da coloro che per primi si legano catene al collo e mettono ceppi agli altri, che stringono la fune intorno a loro stessi per paura di vivere.

venerdì 3 luglio 2009

turisti o viaggiatori

Quando ero una bambina all'avvicinarsi della stagione estiva si sentiva parlare dei luoghi di villeggiatura, le mamme preparavano valigie e bauli e ci si trasferiva nelle case di mare o montagna per trascorrere i lunghi mesi estivi. I più fortunati avevano una casa loro, altri le affittavano, ma le vacanze si svolgevano per tutti più o meno allo stesso modo.
Pochi, pochissimi andavano all'estero o in località "esotiche", si viaggiava per lo più per lavoro o per studio.
Sulle orme dei grandi viaggiatori classci erano in pochi a muoversi, considerando il viaggio come una scoperta, un mettersi in movimento e andare.
Poi arrivò l'era dell'Interail, i giovani a spasso per l'Europa, quegli stessi giovani che si sono imborghesiti e trascorrono ora da quaranta o cinquantenni le loro ferie distribuite qua e là nell'anno, in splendide villaggi turistici che di locale non hanno nulla, piccole oasi di mondo occidentale sparse ovunque.
E in più si raccontano come era bello viaggiare in Interail, "quelli sì che erano tempi".
Poi è scoppiata, esplosa l'era dei turisti, di quelli che partono per vedere il mondo, 3 giorni qui, due giorni là, aereo, treno, bus, metro di Londra, Parigi, New York, Madrid, treno, aereo...taxi!...no no il taxi costa troppo..paghiamo già l'albergo..e la fila interminabile al Louvre, l'Acropoli..o dio che caldo, ma chi ce l'ha fatto fare di venire in Grecia al mese di agosto, si stava così bene a Selvino...il pranzo saltiamolo, ci facciamo due panini con i resti della colazione..
Questo siamo noi, abbiamo trasformato il piacere di scoprire il mondo in un'industria vorticosa e spesso - anche se ci sono delle ottime eccezioni - di scarsa qualità.
E allora corri corri, fai la foto, riprendi, due macchine fotografiche, una cinepresa, la cartina , andiamo per di quà perchè si fa prima....orrore, si fa prima!! Ma se devo scoprire qualcosa serve tempo..molto tempo.
"Sei stato a Parigi e NON sei salito sulla Torre Eiffel?..ma cosa ci sei andato a fare?? " ..."Ho passeggiato nei parchi e mi sono seduto ad un caffè"..."Va be, ma potevi stare anche qui, il caffè è più buono e si vede il mare"...

Vaiggiare è altro, è lasciarsi immergere nel posto in cui ti trovi, viverlo, sentirlo nella pelle, aspirarne i profumi, gustare cibo dai sapori strani, immergersi nella folla dei mercati, guardare le massaie che fanno la spesa..e scegliere cosa vedere, non lasciarsi suggestionare dalle guide o dalle esperienze altrui..perchè se ognuno di noi è un individuo unico come possiamo rendere così uniforme il viaggiare???

domenica 21 giugno 2009

a proposito di urbanità

In ogni parola è compreso il suo significato. Urbano, per esempio, ci rimanda all'antica Urbs, la città che veniva confrontata alla campagna, al rustico, all'agreste e definiva ciò che proprio in quanto cittadino era più "raffinato", perchè meno sottoposto alle ovvie necessità di una vita spartana e a stretto contatto con la natura.
Ma oggi cosa c'è di urbano, di "raffinato" nella vita di una grande città come la nostra Milano? Nemmeno i vigili, che si solevano proprio definire urbani sanno forse il significato recondito del loro appellativo.
L'altro giorno mentre per lavoro mi sono recata in un ufficio comunale, attendevo con pazienza l'arrivo di un ascensore per salire ai piani alti e condividevo l'attesa con due persone in divisa da vigile urbano, appunto. Quando l'ascensore è arrivato al suo interno c'era un'altra persona con la medesima divisa e i due sono saliti e mi hanno chiuso le porte in faccia. Sono rimasta basita, letteralmente senza parole e immediatamente ho pensato che di "urbano" questi signori avevano proprio nulla...
Non me ne voglia l'intera categoria, conosco persone che svolgono egregiamente il loro lavoro..ma certi esempi , consentitemi, lasciano veramente dei punti interrogativi nei cittadini.

giovedì 11 giugno 2009

spaesamento

mi aggiro per le strade della memoria
inseguendo sentieri che si intersecano
tra di loro e non portano da alcuna parte

folle urlanti gridano di abbandonare questa strada
perchè è solo un labirinto senza fine
ma io proseguo diritta perchè lo so,
io lo so che laggiù in fondo dietro a qualche muro
o nascosto tra qualche siepe c'è un varco
e potrò uscire e respirare aria nuova

sabato 6 giugno 2009

Tempo d'estate

Siamo ormai quasi giunti allo scoccare dell'ora X: molti contano già i giiorni che li separano dalle tanto desiderate vacanze...ma vacanze da cosa, mi chiedo?
Vacanza, che vuol dire assenza, implica che precedentemente ci sia stata una presenza. Nella società odierna, tuttavia, a me pare che siamo in vacanza tutto l'anno , e non mi si venga a dire che c'è la crisi economica, perchè chi non andava in vacanza prima non ci va nemeno ora..e per tutti gli altri la "pacchia" continua.
Gli aeroporti sono pieni di gente, per non parlare delle stazioni e delle autostrade che il fine settimana assomigliano sempre più a dei nastri trasportatori di veicoli impazziti.
Certo qualcuno ha dovuto rinunciare a quelle lunghe vacanzone estive, pasquali, natalizie..ma da qui alla resa!!
Beninteso, non biasimo la vacanza o il viaggio di per sè, anzi come ben sa chi mi conosce amo molto viaggiare, ma spesso questi si riducono per molte persone alla toccata e fuga di una città dopo l'altra..ed il viaggiare, come mi insegna chi ben se ne occupa, è altro.
Viaggiare è partire alla scoperta di un altro mondo, senza pregiudizi e stereotipi e non porsi come conquistadores alla carica. E poi spesso le nostre vacanze non hanno nulla del viaggio, sono solo il trascinarsi di lunghe giornate - spesso noiosissime - al sole per mostrare al rientro abbronzature da far invidia. Ma poi cosa ci lasciano dentro? Il ricordo di qualche giorno "diverso" dagli altri che ci serve per ossigenarci tra una partenza e l'altra, come se la vita vera non fosse quella di tutti i giorni, ma quella di quando siamo appunto "vacanti"?
Se amassimo la nostra vita, con tutto quello che ci da ogni giorno allora anche il partire assumerebbe un valore davvero pieno, un tempo di riposo e di scoperta, appunto.
E se per un anno o forse più non potessimo partire per alcun luogo non ne saremmo poi così rattristati e apprezzeremmo appieno ogni opportunità che ci si presenta.

martedì 26 maggio 2009

Interland e dintorni

Stamane girando per lavoro mi sono imbattuta in due "fatti" che per quanto diversi tra di loro mi hanno fatto molto riflettere.
Il primo riguarda lo sgomebro in atto nella strada dove abito di un edificio occupato da persone extra-comunitarie, molto invise alla gente del quartiere e anche accusate di essere le responsabili in toto di alcuni eventi che si sono verificati negli ultimi tempi, tipo furti ecc. A parte il fatto che da che mi ricordo - essendo nata e cresciuta in questa parte della periferia milanese - fatti negativi ce ne sono sempre stati, ciò che mi ha colpito è l'apparato di guerra che ho viso schierato stamane: polizia, vigili del fuoco, vigili urbani, ambulanze: davvero impressionante e , a mio parere, un po' sovradimensionato.
Il secondo episodio in un comune limitrofo : la municipalità ha attivato da poco un servizio di navetta per i residenti e sistematicamente vengono divelte le "palette" delle fermate, cioè quei cartelli verticali che indicano il luogo di transito del bue. A quanto pare ciò non è opera di ragazzi nè di vandali generici, bensì di qualcuno che vuole danneggiare questo utile servizio, avviato certo in campagna elettorale, ma comunque efficace per i molti anziani che si muovono su quel territorio.

Questi i fatti. Riflessione che balza alla testa: in una società civile è possibile che non ci si riesca ad accordare per offrire una qualità di vita a tutti ? Ha qualche significato a me incomprensibile mettere la città in stato di guerra , se non quello di volere creare tensione e paura? Riteniamo forse il farci "dispetti" a scapito dei più fragili un segno di evoluzione?

Forse prima di pensare al futuro che vogliamo avere dovremmo ricordarci del passato che abbiamo avuto, delle guerre per futili motivi, dei genocidi, del razzismo ..della semplice possibilità di dialogare e confrontarsi.

lunedì 18 maggio 2009

Notizia fresca di oggi, GR1 ore 13: nelle Università italiane i futuri studenti sono sottoposti a test di ingresso, assolutamente non selettivi, ma solamente utili per un orientamento nella scelta degli studi.
Ovviamente da questi test risultano gravi lacune nella preparazione, dovuta a mancanza di basi nelle scuole precedenti. In particolare vengono evidenziati grossi errori di sintassi e grammaticali.

Nulla di tutto questo ci stupisce, il livello della scuola sta pericolosamente rovinando verso il basso e l'osservatorio privilegiato di Nuove Risorse con i servizi didattici che offre agli studenti non può che confermare quanto evidenziato dal servizio radiofonico.

La tragedia è che in 4 Università su 10 non vengono assolutamente tenuti in considerazione i risultati dei test, mentre nelle altre si propongono percorsi di recupero ad hoc prima di affrontare qualsivoglia esame.

Ma l'Università non era il luogo eccelso degli studi?..Tocca ora che si occupi anche di mettersi ad insegnare la grammatica italiana?
Non ho parole, questa volta non ho davvero parole!!!!!!!!!!!!!!!!!!

lunedì 11 maggio 2009

Reecentemente un amico mi ha chiesto come mai il mio cuore non si è ancora indurito, con tutte le esperienze che ho passato. Non ho saputo rispondergli che con il mio grande amore per la vita, che ogni mattina si presenta a me come uno scrigno pieno di tesori, ma credo che questo valga per tutti.
Ogni giorno abbiamo la possibilità di scoprire delle bellezze, che sono intorno a noi, nelle persone che incontriamo e nei fatto che ci accadono.
Certo i dolori potrebbero indurire i nostri cuori, tuttavia ritengo che il pericolo maggiore che corriamo sia la paura: è la paura che ci blocca, la paura di soffrire e non tanto il dolore in sè stesso. La paura di lasciarci coinvolgere, di mettere in discussione le nostre certezze, di non sapere come porsi agli altri. E credo che questo valga per tutti le situazioni che ci troviamo a vivere: il lavoro, i figli, gli amici, i vicini di casa, gli amori, la malattia e la morte.
Solo se supereremo queste paure che ci bloccano, che talora sono come catene che ci tengono legati e ci impediscono di andare verso gli altri , potremo vivere con pienezza, alzarci ogni mattino con il pensiero che qualsiasi cosa ci accade è comunque un dono.

domenica 26 aprile 2009

maternità

sta dentro il cuore di ogni donna, forse, il desiderio di maternità, la trepidazione, l'attesa, la speranza e talora la delusione di un figlio mancato.
essere madre, oggi, porta gli stessi dolori e le stesse gioie di sempre, ma anche la rincorsa alla maternità a tutti i costi, come se fosse un'altra conquista da raggiungere: valgo come donna, valiamo come coppia se siamo come tutti, cioè capaci di generare. ed allora ecco le folli corse ad inseguire questo sogno, esami, tentativi disperati, ospedali , cliniche che si specializzano in questo...ormoni, cure, inziezioni..diventa quasi un'ossessione, perchè appunto non ci si sente all'altezza.
giorni fa sentivo alcune testimonianze , durante una trasmissione radiofonica, di donne che inseguono un desiderio di maternità e davanti agli occhi avevo tante immagini di mamme che non ce la fanno più, che sono vittime di questa società che le vuole perfette sotto ogni punto di vista, autonome, libere, belle, mogli, madri, amanti..tutto al topo..
credo che la maternità autentica ci porti ad amare in silenzio, a saper crescere dei figli (che abbiamo generato noi o altri) aiutandoli a scoprire ciò che ognuno possiede dentro si se, a confrontarsi ogni giorno con fatiche e piccole gioie, ad insegnare a guardare avanti verso la speranza della vita..sempre e comunque.

mercoledì 22 aprile 2009

sulla bellezza

Ho visto questa immagine e me ne sono innamorata immediatamente..Trovo splendido il volto di questa donna, ogni ruga rappresenta ed esprime un pezzo di una vita che bella o brutta che sia stata l'ha portata fino al momento in cui è stata scattata la foto..
Bellissimo anche il contrasto con la freschezza della mano che si allunga per una carezza dolcissima...
Com'è diversa da tutte le immagini di bellezza che ci vengono propinate ogni giorno e delle quali anche noi continuamente ci riempiamo la testa!
La maggior parte delle donne corre a rimediare ai segni del tempo..ed è stolta perchè ogni ruga è un segno di vita trascorsa..pochi giorni fa un ragazzo di 18 anni mi ha chiesto come mai noi donne vogliamo nascondere la bellezza dell'età che passa e ci rendiamo ridicole volendo essere come delle ragazze!
Personalmente cerco di perseguire la bellezza dell'animo, ed è già molto difficile cercare di mantenere vivo un'anima all'interno di una società che grida "a morte" tutti i valori che non siano effimeri..
I ragazzi hanno bisogno di cose belle, tutti ne abbiamo bisogno per poter coltivare ciò che abbiamo dentro.
Diceva Dostojevski che "la bellezza salverà il mondo", ma l'abbiamo di certo un pochino distorta questa espressione..

venerdì 17 aprile 2009

egoismo

ho incontrato l'egoismo sulla mia strada...è un mostro che ha i tentacoli al posto delle mani, per prendere ed arraffare tutto per sè..cammina lentamente rasente il muro, con passo felpato ed un grande occhio che come un radar gira al centro della sua testa..
andavo tranquilla per la mia strada, ma mi ha sbarrato io cammino avoleva avvolgermi tra i suoi tentacoli..era morbido e dolce lì, dalla sua bocca usciva una musica suadente, che prometteva grandi cose...ma con forza mi sono divincolata, preferisco l'asperità del terreno e il cielo azzurro sopra la mia testa..

sabato 11 aprile 2009

sogni d'oro

sogni d'oro a chi ha la pancia piena, a chi si gira nel letto accanto ad un marito o moglie che non ama, ma che non "conviene" lasciare, a chi cambia canale perchè se no i bambini si spaventano, a chi vorrebbe tagliare le mani di tutti quelli che chiedono l'elemosina, a chi saluta con ipocrisia i vicini di casa..sogni d'oro a coloro che non sanno cosa significhi avere freddo la notte su una panchina, a chi non può comprendere cosa vuol dire essere sempre in viaggio, a chi non immagina quanto è fredda e fa paura l'acqua lì sotto, sì quella sotto le barche che tarsportano i clandestini...
sogni d'oro a chi non ha il coraggio, a chi vorrebbe ma non osa, a chi è attaccato al conto in banca, a chi non può rinunciare al 25 aprile, al 1 maggio, al 2 giugno e ferragosto e tutti i santi...
dormite pure al calduccio sotto le coperte..voi che vi nascondete di cosa avete paura? domattina, quando vi alzerete e vi guarderete allo specchio sarete sempre voi....e così ogni giorno nella vostra miseria...

lunedì 6 aprile 2009

6 aprile 2009

Il silenzio della notte favorisce il fluire dei pensieri. Grande dolore oggi, il dolore di chi in un attimo ha visto la propria vita ribaltata dallo scuotersi della terra, il dolore di chi ha ricordato tante tragedie che al di là delle molte parole e delle tante immagini lasciano segni indelebili nel cuore di ognuno, nella vita.
Mi colpisce sempre quando accadono vicende simili al terremoto della scorsa notte la gara a riprendere, commentare, criticare, polemizzare...
Personalmente credo che davanti a dolori simili, occorra avere grande rispetto e soprattutto offrire il silenzio come segno di rispetto. Aiuto concreto, certo. Quello serve davvero, ma forse dobbiamo tutti richiamarci al silenzio, valore così poco conosciuto nella nostra società.
Rispetto verso chi non potrà dire per lungo tempo"torno a casa" dopo una giornata di lavoro; verso chi non potrà fare il semplice gesto di aprire la finestra della propria camera la mattina, magari arrabbiandosi con i vicini per il solito rumore che lo sveglia all'alba; dolore di chi non non potrà sgridare i propri figli per avere lasciato la stanza in disordine; di chi non siederà sul divano ad annoiarsi per i programmi della televisione...
Ancora una volta stiamo rischiando di spettacolarizzare ciò che di spettacolare non ha nulla.
Il silenzio solo può accompagnare questa notte il dolore e la fatica di chi sta lottando per trovare un senso.

martedì 24 marzo 2009

vita cittadina

Proprio ieri sera tornando a casa mi è capitato, cosa quanto mai rara per mia fortuna, di salire sulla metropolitana milanese verso le 19: un vero choc!!!
Nelle mie memorie giovanili i viaggi serali erano caratterizzzati da volti stanchi per la giornata lavorativa ed anche da un certo odore di sudore, compensibile quando per tutto il giorno si è impegnati in attività non proprio "fresche". E poi c'era un bel chiacchiericcio dei colleghi o amici che rientravano a casa insieme.
Ieri sera si sono aperte le porte del treno e sono stata sopraffatta da zaffate di profumo e deodorante, vestiti eleganti e tacchi alti di sedicenti impiegate, manager o che altro...un delirio di cellulari che squillavano con le suonerie più disparate...e sono rimasta lì. a boccaperta...contando i minuti che mancavano alla mia fermata e desiderosa di tornare in questa quiete di periferia dove ancora razzola qualche gallina....dove le persone si salutano e ti portano i pomodori dall'orto "perchè ne abbiamo in abbondanza!!"
E non diciamo che è così in tutte le città e che Milano paga il prezzo di voler essere una metropoli moderna. Quante cazzate!!
Conosco bene alcune città europee e non le vedo così disumane, fredde, piene di spocchia e di gru come questa che era la mia città, dico era perchè sono riusciti a farmi perdere l'identità.
Noi abbiamo perso le nostre radici, le abbiamo volute cancellare, ci vergogniamo che i nostri nonni facevano i contadini e agendo così ci siamo scritti la nostra condanna a morte.
Ci fanno ribrezzo i lavori manuali perchè ci ricordano le mani sporche dei nostri genitori , quando tornavano la sera dai campi con l'odore di stalla addosso...e continuiamo a coprirci di profumi.

domenica 15 marzo 2009

Non ci scuote nulla

Non ci scuote più nulla. Il nostro grado di passività è tale che se qualcuno ci sputa in faccia ci spostiamo di un passo per schivare lo sputo.
Questo è il punto al quale siamo arrivati nella cosiddetta società contemporanea in cui gli esseri umani si aggirano come individui chiusi nelle capsule dorate (ancora per poco) e nulla può intaccare questa bolla d'aria che ci siamo creati intorno.
Come sono poche, rarissime e perciò preziose, le persone che hanno ancora voglia di mettersi in discussione, che osservano ciò che accade loro intorno, riflettono, si interrogano e VIVONO!!!!!!!!!
La maggioranza, invece, si prende gli insulti e tira avanti per la propria strada.
Scrivo qui alcune riflessioni su ciò che vedo intorno a me e non c'è stata una persona che mi abbia detto: ma che dici? cosa stai farneticando?
Perchè fuggiamo tutte le occasioni di conflitto? Cosa temiamo di perdere?
Personalmente non temo nulla, non ho paura di dire la mia a nessuno e accetto di pagare prezzi altissimi per questa libertà che ho. E non credo nemmeno che non ci sia nessuno che abbia il coraggio di dire, di alzare una mano per fermare tutto questo orrore che ci gira intorno.
Viviamo in una città che sta diventando orribile, anzi lo è già , è un bosco di gru e grattacieli..lo chiamano Skyline, ma inutile nobilitare lo scempio. E nessuno dice nulla, anzi ci si esalta per il fatto di abitare in una città "pulsante".... E poi i delinquenti sono gli zingari!!! Ma se sono tra i pochi che hanno indovinato come vivere e cioè ai margini di questo obbrobrio!!

lunedì 9 marzo 2009

ma dobbiamo andare tutti a scuola?

Mi chiedo spesso cosa spinga molti genitori a chiedere un supporto scolastico per i loro figli e credo che la risposta, in molti casi, sia il desiderio di aiutarli nel raggiungimento di un obiettivo che, forse, molti di quegli stessi genitori non hanno ottenuto.
Si spera che con un titolo di studio si raggiungano posizioni migliori, ma è così vero?
La crisi in atto dovrebbe aiutarci a riflettere sul senso di una scolarizzazione forzata, sul significato del nostro essere genitori in relazione all'avvenire dei nostri figli, su cosa significhi educare.
Ogni ragazzo va aiutato a capire cosa desideri realmente, quali siano le sue potenzialità e a lavorare per questo.
Davvero non ha senso che tutti vadano a scuola per forza, solo per rimandare il momento dell'ingresso nel mondo del lavoro. Una società matura dovrebbe creare le condizioni perchè chi lo desideri e ne abbia le capacità possa studiare davvero, mentre per tutte le sterminate schiere di studenti che si trascinano per anni nel mondo della scuola, parcheggiati fuori e dentro le aule, si creino delle occasioni per una seria preparazione al lavoro.
Ma che senso ha obbligare i giovani a frequentare un liceo, sostenendoli da ogni parte con lezioni private più o meno costose che diventano solo ulteriori stampelle per arrancare nella scuola?
Un serio lavoro di supporto scolastico non può esimersi da queste considerazioni, a mio parere, e va gestito non come un'ulteriore momento di "controllo" ma come occasione di maturazione e crescita del giovane.

martedì 24 febbraio 2009

Maschi e femmine

Che gli uomini e le donne - o per meglio dire i maschi e le femmine - siano profondamente diversi tra di loro mi sembra cosa risaputa. Vorrei tuttavia porre l'attenzione su quali sono le differenze tra questi due universi e affermare una semplice quanto personale riflessione.
I maschi e le femmine sono molto diversi sin da piccoli, vengono educati in modo differente, si sviluppano in età differenti, amano in modo differente e invecchiano in modo differente.
L'errore che è stato fatto, a parere mio, è stato quello di voler azzerare queste differenze, guarda caso un altro tentativo di omologazione.
Si sente da più parti parlare della crisi del maschio italiano, ma quasi nessuno ha il coraggio di dire che nelle famiglie si è persa quella differenza di ruolo che formava i figli nella crescita, per esempio.
Una madre è diversa da un padre ed i ruoli non sono intersambiabili , come ben sa chi ha avuto la sfortuna di perdere uno dei genitori . Una buona madre sarà solo una buona madre e così un buon padre e solo in minima parte potrà supplire all'assenza dell'altro genitore.
Una madre che interviene mentre il padre corregge i figli sta uscendo dal suo ruolo e fa danni irreversibili e questo, se siamo onesti, è un fenomeno a cui assistiamotutti i giorni nelle nostre case.
Noi donne siamo molto brave a mettere i "pantaloni" e comandare sui nostri mariti/compagni/fidanzati ma se non si ristabilirà un ordine non sarà possibile apportare alcun cambiamento nella crisi di identità che avvolge i nostri giovani.

giovedì 19 febbraio 2009

Non se ne può più

Sinceramente non se ne può più di tutto il razzismo che serpeggia nell'aria. E' sempre tutta colpa di stranieri, extracomunitari, barboni, meridionali, sotto meridionali, settentrionali - perchè sono i meridionali di quelli ancora più a nord.
Dico basta, basta davvero. Basta a quest'informazione che ci ha proprio rotto, che critichiamo ma da cui ci facciamo comunque influenzare.
Basta ai discorsi di coloro che nelle nostre scuole insegnano il disprezzo, la diffidenza, che riempiono i nostri figli di timore verso gli estranei, verso chi può fare del male. Ma in cosa abbiamo trasformato le scuole? In un orrore? Proprio ieri un mio alunno mi ha mostrato un tema sulle problematiche dell'adolescenza che doveva svolgere per compiti: piccolo particolare è che il ragazzo non ha ancora 13 anni e si sta inserendo da un paese straniero. Figuriamoci se è in grado di affrontare un tema così complesso, argomento che mai e poi mai avrei affidato ad una classe di scuola media.
Credo che il problema consista nel fatto che le insegnanti credono di dover fare le psicologhe e quindi vogliono capire che cosa passa nella testa dei loro alunni. Ed invece di affidare un bel tema su un autore italiano , cosa che prevede un certo impegno da parte anche del docente, che perlomeno deve studiarsi l'argomento, giù ad affibbiare temi psicologici.
Abbiamo ridotto l'Italia ad una schifezza, vogliamo psicologizzare tutto, persino gli animali li portiamo dallo psicologo. C'è da vergognarsi . Sempre lo stesso ragazzo mi ha detto con stupore che al suo paese le persone per strada tengono per mano i bambini e non i cani al guinzaglio, come vede fare qui. E il giovanotto non viene dalla luna, ma da un Paese poco lontano, un paio d'ore di volo da Milano.
Qualsiasi cosa accada intorno a noi è sempre causata da uno straniero, da uno "diverso", prima erano i bulli di periferia - fin che andavo a scuola io si diceva che quelli di Baggio , il quartiere di Milano dove abito, erano ragazzi sballati, tutti drogati. Poi quando è terminata l'opera di normalizzazione e omologazione delle periferie siamo passati a puntare il dito sugli stranieri. Credo che se sulla terra arrivassero i marziani il focus si sposterebbe su di loro. Ma siamo persino ridicoli in questa rincorsa verso il colpevole!
A parer mio tutto deriva da questo fottuto terrore di perdere le nostre quattro sicurezze, questi due soldi che ci siamo messi da parte. Forse dentro di noi invidiamo un po' color che si permettono dipassare la giornata a bighellonare chiedendo la carità, siamo veramente un paese di ipocriti.

lunedì 9 febbraio 2009

Considerazioni metropolitane

Le notizie sono sempre negative: crisi, guerre, violenze, scandali, morti. Il potere è riuscito a creare un'ondata di malessere tale che più nessuno ha occhi per vedere le meraviglie della vita. Come un velo ricopre le nostre città, i nostri quartieri, le strade. Le poche aree verdi che tenacemente resistono sono come sprazzi di luce nel grigiore diffuso.
Qui a Milano il cemento è ormai una colata uniforme che si incunea in ogni angolo, che ruba spazi di vita, così come le notizie rubano spazio alla speranza.
Ciò che maggiormente stupisce non è il furto che viene fatto alla nostra vita, ai nostri luoghi, ai nostri desideri, ma che nessuno alzi mai una voce per dire il contrario.
Il bene e il bello, si sa, non fanno notizia , apparentemente non interessano a nessuno. E' molto più fruttuoso urlare che le città sono invivibili, così che tutti accettino come "normale" il crescere esorbitante dei prezzi per poter godere di qualche giorno di relax a contatto con la natura.
Che l'opinione pubblica sia influenzabile e manipolata non è certo scoperta dei nostri giorni, se già questo veniva denunciato alcuni decenni fa. Il problema, forse, è che non si sentono più voci divergenti, che mai nessuno alzi la mano per dire che la pensa diversamente.
E così continueremo ad essere sommersi dal grigiore, fuori e dentro le nostre case.

lunedì 2 febbraio 2009

Il dolore

Capita che il dolore ti serpeggi intorno e non sai come fare per non lasciarlo entrare a sopraffarti-
Lotti. ti indurisci ma lui è come un leone ruggente che gira e gira ed è estenuante combattere.
Il dolore del corpo strazia la carne, ma quello dell'anima toglie il fiato e non c'è più vita allora.
Per tanto tempo mi sono chiesta se l'uomo goda in qualche modo a far soffrire il suo prossimo, colui che gli sta accanto, i più cari, ma non ho trovato risposta.
Perchè una risposta non c'è, non c'è senso nel cercarla e nemmeno la si può attendere.
Il dolore sta lì e non lo puoi eliminare e sai che il tuo non-dolore diviene dolore di un altro e la tua quiete diviene non-quiete di un altro.
E il mondo intorno che gira vorticosamente e si perde nelle sue follie è come l'anta di una finestra che continua a sbattere e fa un rumore insopportabile, rendendo ancora più forte il silenzio

giovedì 29 gennaio 2009

esiste una sola verità?

Studio la Storia da molti anni e continuerò a farlo perchè solo dallo studio e dall'ascolto si impara..si impara che non esiste una verità assoluta, che nessuno può assurgere al ruolo di detentore della verità. Ogni fatto, ogni evento deve essere contestualizzato, studiato, analizzato per essere davvero compreso. I conflitti ci insegnano che da ognuna delle due parti c'è una verità, che ognuno vuole affermare con più o meno vigore, ma che sono entrambe valide perchè provengono dalla storia di quella precisa parte.
Uno dei valori fondamentali che ho cercato e cerco tutt'ora di perseguire è il rispetto e la tolleranza ed è solo questo il motivo per il quale nel passato ho fatto scelte che dai più non sono state comprese: non potrò mai stare dalla parte di coloro che credono di sapere tutto, di possedere il vero e nel nome di questo vero schiacchiano ed annullano il prossimo.
Gli episodi di questi giorni in relazione alla Shoà e alle dichiarazioni che sono state fatte da parte differenti mi confermano ancora una volta il valore delle mie scelte.

domenica 25 gennaio 2009

solo errori di stampa?

Mi è casualmente capitato tra le mani proprio ieri un libretto scolastico, di quelli che servono per le comunicazioni tra scuola e famiglia e sfogliandone le prime pagine - che riportano il regolamento interno della scuola e altre note simili - sono rimasta perplessa nel rilevare gli errori di sintassi presenti nel testo.
Da più parti sentiamo dire che i ragazzi non sanno più la grammatica, che arrivano alle superiori e non sono pronti per studiare il latino e il greco, ma mi chiedo come è possibile che un documento ufficiale di una scuola media inferiore riporti errori di sintassi?
Qualche accento "perso" quà e là potrà essere imputato ad un errore di stampa, ma la mancanza di concordanza tra soggetto e predicato ?!?

lunedì 19 gennaio 2009

il rispetto, prima del resto

Prima di parlare di guerre vicine o lontane, prima di scaldarci per chi è fuori dai nostri circuiti quotidiani, prima di parlare male gli uni degli altri non conoscendo realmente come stanno le cose....prima di tutto questo ci vuole il rispetto.
Siamo innanzitutto uomini, persone che hanno una loro dignità e non è mai giusto emarginare qualcuno solo perchè i suoi comportamenti non sono come i nostri , perchè crede in valori che noi non condividiamo.
Togliere il saluto ad una persona significa ledere la sua dignità, dirgli tu sei un nulla e il tuo nulla lo calpesto sotto i miei piedi.
Noi ci riempiamo la bocca di valori quali la solidarietà, la pace, la fratellanza, ma sono vuote parole che dirigiamo a chi non intralcia il nostro passo.
E vogliamo mettere sempre etichette a chi non ne vuole avere, a chi ha deciso di non schierarsi da nessuna parte, a chi ha scelto - a prezzo di tanto dolore - di stare davvero ai margini.
La libertà si paga cara, ha un prezzo salatissimo e solo pochi hanno la forza di sceglierla.

giovedì 15 gennaio 2009

sulle comunità virtuali

Spopolano le comunità virtuali e mi pare che sia questo un segnale interessante da cogliere.
Abiamo cercato per decenni - e siamo in gran parte riusciti - di costruire una società individualista, nella quale ognuno vivesse in gabbie come gli animali dei vecchi zoo, guardandosi a distanza e non comunicando.
La vita corre velocemente tra il lavoro, gli spostamenti nel traffico cittadino e le sgomitate per non soccombere, ma credo che dentro di noi sia rimasta la voglia di stare insieme, di essere in contatto, di raccontarsi le piccole cose quotidiane.
Le comunità virtuali hanno preso il posto dei vecchi condomini, dei cortili e delle piazze nelle quali ci incontravamo e passavamo il tempo libero insieme. Si rincontrano vecchi amici, se ne fanno di nuovi, ci si ricorda di come eravamo, ci si racconta, ..insomma una sana vita di paese...se non fosse che manca l'elemento della fisicità, il calore di un abbraccio, la dolcezza di guardarsi negli occhi e il digrignare dei denti in un momento di rabbia.
Ma quello che mi colpisce di più è che emerge molto poco una progettualità per il futuro e se questo è lo specchio della cosietà contemporanea è davvero moto triste: un mondo che non spera nel domani è un mondo di persone senza vita.

lunedì 12 gennaio 2009

sul senso del lavoro

Quante volte ci chiediamo perchè lavoriamo? Perchè ogni mattina puntiamo la sveglia e ci alziamo, poi affrontiamo il traffico della città e ci rechiamo in un posto di lavoro e per ore ed ore siamo come macchine che producono, spesso perdendo anche parti della nostra personalità
Il lavoro ci serve per vivere, per pagare le spese, la casa, mandare i figlia scuola, fare le vacanze e un sacco di altre cose, ma forse abbiamo perso il senso di ciò che facciamo.
Qualcuno, i più fortunati o i più coraggiosi, danno un calcio a tutto e si mettono a lavorare in proprio, affrontando rischi e fatiche che talora sembrano sovrumane in cambio di qualche soddisfazione.
Qualunque sia la scelta che abbiamo fatto, o che siamo stati costretti a subire, resta il fatto che il lavoro non può e non deve mai, a mio parere , diventare una fuga dalla realtà.
L'uomo non si realizza lavorando, ma amando, stando in relazioni profonde con coloro che ha intorno. Esso è uno strumento, non l'unico, per entrare in contatto con gli altri, per provare a cambiare la realtà, ma se diventa una fuga ci renderà certamente meno uomini.

giovedì 8 gennaio 2009

il giusto ordine

In più di un telegiornale ho sentito questa notizia: un ministro francese torna al lavoro cinque giorni dopo il parto, infilandosi in un tailleur e salendo sui tacchi a spillo.
Sinceramente rimango allibita e non tanto per il fatto in sè quanto perchè di nuovo i modelli proposti da questa società sono folli.
Mi chiedo perchè si alimenti in continuazione un'immagine femminile che ha già procurato tanti danni alla società odierna?
Lamentiamo da più parti la "morte" del padre, ma non sono questi modelli imperanti negli ultimi decenni ad avere causato ciò?
So benissimo di fare affermazioni invise alla maggioranza, ma se non si torna ad un ordine naturale delle cose non potrà esserci una speranza per la società contemporanea.
Le donne, mi si dirà, hanno conquistato grandi autonomie, ma io mi chiedo a quale prezzo sia per loro stesse, sia per la società.
Per anni ci hanno propinato - e la notizia di oggi la conferma - l'ideale della donna manager ed è stato un correre ad inseguire questa figura, salvo poi procurare grande frustrazione in chi non riusciva ad esserne all'altezza.
E che dire dell'iper consumismo che ci sta obbligando a lavorare in due in ogni famiglia per poter affrontare le spese familiari? Vorrei sentire che ne pensano le donne che gestiscono casa e lavoro arrivando a sera stravolte dalla stanchezza di queste grandi donne in carriera!!
Da che mondo è mondo ci sono le diversità sociali ed è giusto che sia così. Io non voglio una società omologata, inella quale tutti siamo uguali, compriamo le stesse cose e conduciamo lo stesso stile di vita.
Ma non desidero nemmeno che mi venga prospettato un modello come quello vincente, perchè nella vita di ognuno c'è solo sè stesso come modello ed ideale...se no non possiamo parlare di un mondo di adulti.

martedì 6 gennaio 2009

a proposito di guerre

Di fronte alla guerra israelo-palestinese ognuno ha la sua da dire: ci sono quelli a favore di Hammas, quelli contro Hammas, quelli che si ricordano dell'olocausto, quelli che se lo vogliono dimenticare..ma a me pare che anche dietro a questa triste storia, tristissima perchè ci sono molti morti di mezzo, si stia creando un grande evento mediatico. Giornalisti, televisioni, fotografi, cameramen che vanno e vengono per il mondo, come se la Guerra (e lo scrivo appositamente con la G maiuscola) fosse uno dei tanti aspetti della società consumistica di oggi . Consumiamo anche le guerre, spettacolarizziamo tutto!!
Leggo nel Times di oggi un articolo interessante in prima pagina che dice "non c'è un bianco ed un nero" ed intende il redattore che non ci possono essere vincitori e vinti in una situazione che si trascina da così tanto tempo.
Condivido pienamente quest'osservazione, chi sa un po' di storia sa come sia sempre difficile, se non impossibile, dare un giudizio non solo in questo evento ma anche in molti altri. Si può solo cercare di comprendere come si sia arrivati a ciò ed imparare dagli errri per cercare di non ripeterli. Ma per fare ciò bisogna uscire dal business.

giovedì 1 gennaio 2009

Per un buon inizio

E' notte bianca e silenziosa, lontani scoppi di petardi.
La televisione, al solito, trasmette immagini alle quali ognuno cerca in qualche modo di adeguarsi, per non sentirsi troppo diverso.
Si parla tanto di crisi ma sono ben poche le persone che trascorrono in semplicità questi giorni di festa. E' come se avessimo bisogno di nascondere lo squallore della società ricoprendolo di abiti scintillanti e innaffiarlo di litri di spumante.
Un pensiero ed un augurio di un sereno Buon Anno a tutti !