venerdì 17 luglio 2009

freedom

Freedom ... the word that goes from mouth to mouth, which fills the pages, images, dreams and desires ..
Freedom to say, do, love, hate, go ahead ..
Never perhaps in this society as pronounced as that term many times, each giving its own interpretation.
But what is this freedom? Who is man truly free?
I thought a lot about me and my life experience that I made, the errors of a life and I also looked around, because the lives of others helps me understand better.
Perhaps it is the truly free human being who acts according to conscience, which does not fear the opinions of others, which measures the steps but not afraid to glide ..
Freedom house where there is simplicity of heart, a clear vision that is astonishing for the beauty of life, a pure heart capable of loving and living.
Why so much, feel too much talk about freedom from those who will first bind the chains around your neck and bring the other strains, which tighten the rope around themselves for fear of living
Libertà...parola che passa di bocca in bocca, che riempie le pagine, le immagini, i sogni e i desideri..
Libertà di dire, fare, amare, odiare, andare, venire..
Mai forse come in questa società si pronuncia così tante volte questo vocabolo, ognuno dandone una sua interpretazione.
Ma cos'è questa libertà? Chi è l'uomo davvero libero?
Ho riflettuto molto su di me e sulla mia vita, sulle esperienze che ho fatto, gli errori di una vita e mi sono anche guardata intorno, perchè la vita altrui mi aiuta a comprendere meglio.
Forse libero davvero è l'essere umano che agisce secondo coscienza, che non teme il giudizio degli altri, che misura i passi ma non teme di librarsi in volo..
La libertà alberga laddove vi è semplicità di cuore, uno sguardo limpido che si stupisce per la bellezza della vita, un cuore puro capace di amare e vivere.
Perchè tanto, troppo sentiamo parlare di libertà da coloro che per primi si legano catene al collo e mettono ceppi agli altri, che stringono la fune intorno a loro stessi per paura di vivere.

venerdì 3 luglio 2009

turisti o viaggiatori

Quando ero una bambina all'avvicinarsi della stagione estiva si sentiva parlare dei luoghi di villeggiatura, le mamme preparavano valigie e bauli e ci si trasferiva nelle case di mare o montagna per trascorrere i lunghi mesi estivi. I più fortunati avevano una casa loro, altri le affittavano, ma le vacanze si svolgevano per tutti più o meno allo stesso modo.
Pochi, pochissimi andavano all'estero o in località "esotiche", si viaggiava per lo più per lavoro o per studio.
Sulle orme dei grandi viaggiatori classci erano in pochi a muoversi, considerando il viaggio come una scoperta, un mettersi in movimento e andare.
Poi arrivò l'era dell'Interail, i giovani a spasso per l'Europa, quegli stessi giovani che si sono imborghesiti e trascorrono ora da quaranta o cinquantenni le loro ferie distribuite qua e là nell'anno, in splendide villaggi turistici che di locale non hanno nulla, piccole oasi di mondo occidentale sparse ovunque.
E in più si raccontano come era bello viaggiare in Interail, "quelli sì che erano tempi".
Poi è scoppiata, esplosa l'era dei turisti, di quelli che partono per vedere il mondo, 3 giorni qui, due giorni là, aereo, treno, bus, metro di Londra, Parigi, New York, Madrid, treno, aereo...taxi!...no no il taxi costa troppo..paghiamo già l'albergo..e la fila interminabile al Louvre, l'Acropoli..o dio che caldo, ma chi ce l'ha fatto fare di venire in Grecia al mese di agosto, si stava così bene a Selvino...il pranzo saltiamolo, ci facciamo due panini con i resti della colazione..
Questo siamo noi, abbiamo trasformato il piacere di scoprire il mondo in un'industria vorticosa e spesso - anche se ci sono delle ottime eccezioni - di scarsa qualità.
E allora corri corri, fai la foto, riprendi, due macchine fotografiche, una cinepresa, la cartina , andiamo per di quà perchè si fa prima....orrore, si fa prima!! Ma se devo scoprire qualcosa serve tempo..molto tempo.
"Sei stato a Parigi e NON sei salito sulla Torre Eiffel?..ma cosa ci sei andato a fare?? " ..."Ho passeggiato nei parchi e mi sono seduto ad un caffè"..."Va be, ma potevi stare anche qui, il caffè è più buono e si vede il mare"...

Vaiggiare è altro, è lasciarsi immergere nel posto in cui ti trovi, viverlo, sentirlo nella pelle, aspirarne i profumi, gustare cibo dai sapori strani, immergersi nella folla dei mercati, guardare le massaie che fanno la spesa..e scegliere cosa vedere, non lasciarsi suggestionare dalle guide o dalle esperienze altrui..perchè se ognuno di noi è un individuo unico come possiamo rendere così uniforme il viaggiare???