In ogni parola è compreso il suo significato. Urbano, per esempio, ci rimanda all'antica Urbs, la città che veniva confrontata alla campagna, al rustico, all'agreste e definiva ciò che proprio in quanto cittadino era più "raffinato", perchè meno sottoposto alle ovvie necessità di una vita spartana e a stretto contatto con la natura.
Ma oggi cosa c'è di urbano, di "raffinato" nella vita di una grande città come la nostra Milano? Nemmeno i vigili, che si solevano proprio definire urbani sanno forse il significato recondito del loro appellativo.
L'altro giorno mentre per lavoro mi sono recata in un ufficio comunale, attendevo con pazienza l'arrivo di un ascensore per salire ai piani alti e condividevo l'attesa con due persone in divisa da vigile urbano, appunto. Quando l'ascensore è arrivato al suo interno c'era un'altra persona con la medesima divisa e i due sono saliti e mi hanno chiuso le porte in faccia. Sono rimasta basita, letteralmente senza parole e immediatamente ho pensato che di "urbano" questi signori avevano proprio nulla...
Non me ne voglia l'intera categoria, conosco persone che svolgono egregiamente il loro lavoro..ma certi esempi , consentitemi, lasciano veramente dei punti interrogativi nei cittadini.
Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino. P. Coehlo
domenica 21 giugno 2009
giovedì 11 giugno 2009
spaesamento
mi aggiro per le strade della memoria
inseguendo sentieri che si intersecano
tra di loro e non portano da alcuna parte
folle urlanti gridano di abbandonare questa strada
perchè è solo un labirinto senza fine
ma io proseguo diritta perchè lo so,
io lo so che laggiù in fondo dietro a qualche muro
o nascosto tra qualche siepe c'è un varco
e potrò uscire e respirare aria nuova
inseguendo sentieri che si intersecano
tra di loro e non portano da alcuna parte
folle urlanti gridano di abbandonare questa strada
perchè è solo un labirinto senza fine
ma io proseguo diritta perchè lo so,
io lo so che laggiù in fondo dietro a qualche muro
o nascosto tra qualche siepe c'è un varco
e potrò uscire e respirare aria nuova
sabato 6 giugno 2009
Tempo d'estate
Siamo ormai quasi giunti allo scoccare dell'ora X: molti contano già i giiorni che li separano dalle tanto desiderate vacanze...ma vacanze da cosa, mi chiedo?
Vacanza, che vuol dire assenza, implica che precedentemente ci sia stata una presenza. Nella società odierna, tuttavia, a me pare che siamo in vacanza tutto l'anno , e non mi si venga a dire che c'è la crisi economica, perchè chi non andava in vacanza prima non ci va nemeno ora..e per tutti gli altri la "pacchia" continua.
Gli aeroporti sono pieni di gente, per non parlare delle stazioni e delle autostrade che il fine settimana assomigliano sempre più a dei nastri trasportatori di veicoli impazziti.
Certo qualcuno ha dovuto rinunciare a quelle lunghe vacanzone estive, pasquali, natalizie..ma da qui alla resa!!
Beninteso, non biasimo la vacanza o il viaggio di per sè, anzi come ben sa chi mi conosce amo molto viaggiare, ma spesso questi si riducono per molte persone alla toccata e fuga di una città dopo l'altra..ed il viaggiare, come mi insegna chi ben se ne occupa, è altro.
Viaggiare è partire alla scoperta di un altro mondo, senza pregiudizi e stereotipi e non porsi come conquistadores alla carica. E poi spesso le nostre vacanze non hanno nulla del viaggio, sono solo il trascinarsi di lunghe giornate - spesso noiosissime - al sole per mostrare al rientro abbronzature da far invidia. Ma poi cosa ci lasciano dentro? Il ricordo di qualche giorno "diverso" dagli altri che ci serve per ossigenarci tra una partenza e l'altra, come se la vita vera non fosse quella di tutti i giorni, ma quella di quando siamo appunto "vacanti"?
Se amassimo la nostra vita, con tutto quello che ci da ogni giorno allora anche il partire assumerebbe un valore davvero pieno, un tempo di riposo e di scoperta, appunto.
E se per un anno o forse più non potessimo partire per alcun luogo non ne saremmo poi così rattristati e apprezzeremmo appieno ogni opportunità che ci si presenta.
Vacanza, che vuol dire assenza, implica che precedentemente ci sia stata una presenza. Nella società odierna, tuttavia, a me pare che siamo in vacanza tutto l'anno , e non mi si venga a dire che c'è la crisi economica, perchè chi non andava in vacanza prima non ci va nemeno ora..e per tutti gli altri la "pacchia" continua.
Gli aeroporti sono pieni di gente, per non parlare delle stazioni e delle autostrade che il fine settimana assomigliano sempre più a dei nastri trasportatori di veicoli impazziti.
Certo qualcuno ha dovuto rinunciare a quelle lunghe vacanzone estive, pasquali, natalizie..ma da qui alla resa!!
Beninteso, non biasimo la vacanza o il viaggio di per sè, anzi come ben sa chi mi conosce amo molto viaggiare, ma spesso questi si riducono per molte persone alla toccata e fuga di una città dopo l'altra..ed il viaggiare, come mi insegna chi ben se ne occupa, è altro.
Viaggiare è partire alla scoperta di un altro mondo, senza pregiudizi e stereotipi e non porsi come conquistadores alla carica. E poi spesso le nostre vacanze non hanno nulla del viaggio, sono solo il trascinarsi di lunghe giornate - spesso noiosissime - al sole per mostrare al rientro abbronzature da far invidia. Ma poi cosa ci lasciano dentro? Il ricordo di qualche giorno "diverso" dagli altri che ci serve per ossigenarci tra una partenza e l'altra, come se la vita vera non fosse quella di tutti i giorni, ma quella di quando siamo appunto "vacanti"?
Se amassimo la nostra vita, con tutto quello che ci da ogni giorno allora anche il partire assumerebbe un valore davvero pieno, un tempo di riposo e di scoperta, appunto.
E se per un anno o forse più non potessimo partire per alcun luogo non ne saremmo poi così rattristati e apprezzeremmo appieno ogni opportunità che ci si presenta.
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